domenica 10 ottobre 2010

Cominciamo con questo.....

PALLICCA E QUEL PICCOLO MONDO ANTICO*





Io lo so. Quando vi fate amica su Facebook qualche giovane atleta (maggiorenne, si intende) andate subito a ficcare il naso nelle foto. È più forte di voi. È normale, non preoccupatevi, normalmente morbosetto, voglio dire. Ma almeno che non vi prenda la “fissa”, a meno che non pratichiate stalking pesante, siete perdonati, nulla di patologico, non dovete sentirvi sotto processo, né rivolgervi a uno strizzacervelli. Sono piccole debolezze, anche noi superman forzati del chilometraggio, dopo pesanti allenamenti, dobbiamo pur rilassarci con degli hobby a tema. Questo articolo non sarà una guida ragionata alle atlete più carine che hanno disseminato foto da calendario in giro per la rete. Scordatevelo. Vi parlerò invece delle foto incredibili che ho trovato sul profilo Facebook di Gustavo Pallicca. Sono quasi tutti album in bianco e nero, i tempi ufficiali si fermano ai decimi, anche quelli dei 100 metri, una galleria di volti e corpi lontani nel tempo, di meeting, deceduti, di incontri internazionali tra nazioni, una tipologia di competizione sepolta, tipo quei triangolari Italia-Grecia-Spagna... La qualità delle immagini lascia senza fiato, la scelta dei soggetti e delle situazioni, è a livello di altissimo professionismo. Oggi la facilità dell'accesso alle tecnologie rende tutto molto democratico, ma debordante per quantità, a scapito della qualità. Siamo sempre lì a pigiare tastini su telefonini, un po' a casaccio, sperando che la fortuna sia clemente e contando sui grandi numeri. Gustavo, tra le altre cose, e sono tante e importanti “le altre cose”, ( ha curato I FIGLI DEL VENTO , Storia dei 100 metri ai Giochi Olimpici ) ha collaborato come fotografo alla rivista Atletica. E si vede. Grande privilegio. Grande talento. Grande amore per questo sport e per i suoi eroi. Grande testimone di attimi che non potevano essere perduti. L'uomo giusto al momento giusto. I suoi album fotografici e le sue didascalie sono una montagna di materiale impossibile da sintetizzare, non saprei di quali immagini parlare. La scelta è faticosa. Francesco Arese e Pietro Mennea che si riscaldano insieme nelle ore precedenti il Meeting di Viareggio. Era l'11 agosto 1972. Sono molto concentrati, Mennea guarda l'obbiettivo, quasi preoccupato, di lì a poco incontrerà il meglio della velocità statunitense. Nei corsi di allenatore ti insegnano che il riscaldamento di velocisti e mezzofondisti deve essere diverso, le due “razze” devono tenersi separate. Sarà....Arese farà 1,47 negli ottocento e rinuncerà ai 2000 metri, ai quali era iscritto. La grinta, i capelli cortissimi, i nervi di Paola Pigni al primato italiano degli 800, con l'ultimo giro corso in 61 secondi. Una foto è dedicata a Jennifer Orr e ai suoi capelli biondi tenuti a bada da quattro nastrini, oscura lepre della gara che Pallicca illumina con uno scatto che dà dignità al suo umile compito.
Erminio Azzaro, marito e coach della Simeoni, si divincola in ventrale a 2,15. Ve lo ricordate il “ventrale”? A Sara Simeoni è riservato un album monografico. Pallica certifica il suo primato mondiale a 2.01 a Brescia e immortala il valicamento a 1,98. Sono le 18.56 del 4 agosto 1978.
Pippo Cindolo ai Campionati Universitari in coppia con Ardizzone, il Corsaro porterà il record italiano a 28.49. La barba sembra essere una costante oggi caduta in disuso. Mezz'ora più tardi Arese a Varsavia lo avrebbe abbassato a 28.27. Le didascalie di Pallicca sono puntuali, solo un giudice di levatura mondiale come lui potrebbe essere così puntiglioso, i commenti alle foto aprono un piccolo mondo antico, una miniera di emozioni. Lo jankee un po' sbruffone Dwight Stones salta 2,26 al Meeting dell'Amicizia del 1974, il “Compagno” Juauntorena stampa un 44 secondi netti sui 400 metri, il velocista Leonard, cubano pure lui, è un velocista incredibilmente esile, queste foto testimoniano il cambiamento antropologico (farmacologico?) della specialità negli ultimi decenni, nei suoi occhi nessuna aggressività da killer, né la leggerezza spavalda di Bolt, sembra timoroso. Poi i mezzofondisti Walker, Boit, Dixon, per un millecinque da favola.
Gli europei indoor di Torino del 1982, sono gli anni del rinascimento femminile italiano del mezzofondo, Possamai e Dorio tengono a bada le solide donne dell'Est, Mogemburg è così magro che mentre scavalca 2,34 potrebbe spezzarsi a metà, mentre l'astista polacco Kozakiewicz è così solido da sembrare un portuale di Danzica che la sera arrotonda come buttafuori di un localaccio per alcolisti disperati.

Italia – Cuba, Firenze, luglio 1972. Paola Pigni e Donata Govoni “tirano” la gara degli 800, sembrano fantasmi che sbiadiscono nella fatica, Franco Fava salta la barriera dei 3mila siepi come un grillo e poi di nuovo Cindolo, Arese, Fiasconaro, del Buono, Arese, Tomasini, Ongar... ma soprattutto volti di atleti che non sono rimasti nella grande Storia dell'Atletica, in queste immagini c'è un'epica che va oltre i record mondiali e le medaglie importanti, l'atletica è un film che non prevede comparse, non è il nuovo spot della Fidal, non è buonismo, basta scorrere le centinaia di foto di Pallicca in silenzio per rendersene conto. E smettere di affannarsi a cercare aggettivi.

Saverio Fattori

* uscito su Correre, maggio 2010

Nella prima foto è ritratta Heidi Schuller. La tedesca poche settimane lesse il giuramento degli atleti durante la cerimonia di apertura di Monaco '72.



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