PALLICCA E QUEL PICCOLO MONDO ANTICO*
Io lo so. Quando vi fate amica su  Facebook qualche giovane atleta (maggiorenne, si intende) andate subito  a ficcare il naso nelle foto. È più forte di voi. È normale, non  preoccupatevi, normalmente morbosetto, voglio dire. Ma almeno che non vi  prenda la “fissa”, a meno che non pratichiate stalking pesante, siete  perdonati, nulla di patologico, non dovete sentirvi sotto processo, né  rivolgervi a uno strizzacervelli. Sono piccole debolezze, anche noi  superman forzati del chilometraggio, dopo pesanti allenamenti, dobbiamo  pur rilassarci con degli hobby a tema. Questo articolo non sarà una  guida ragionata alle atlete più carine che hanno disseminato foto da  calendario in giro per la rete. Scordatevelo. Vi parlerò invece delle  foto incredibili che ho trovato sul profilo Facebook di Gustavo  Pallicca. Sono quasi tutti album in bianco e nero, i tempi ufficiali si  fermano ai decimi, anche quelli dei 100 metri, una galleria di volti e  corpi lontani nel tempo, di meeting, deceduti, di incontri  internazionali tra nazioni, una tipologia di competizione sepolta, tipo  quei triangolari Italia-Grecia-Spagna... La qualità delle immagini  lascia senza fiato, la scelta dei soggetti e delle situazioni, è a  livello di altissimo professionismo. Oggi la facilità dell'accesso alle  tecnologie rende tutto molto democratico, ma debordante per quantità, a  scapito della qualità. Siamo sempre lì a pigiare tastini su telefonini,  un po' a casaccio, sperando che la fortuna sia clemente e contando sui  grandi numeri. Gustavo, tra le altre cose, e sono tante e importanti “le  altre cose”, ( ha curato I FIGLI DEL VENTO ,  Storia dei 100 metri ai Giochi Olimpici ) ha collaborato come fotografo  alla rivista Atletica. E si vede. Grande privilegio. Grande talento.  Grande amore per questo sport e per i suoi eroi. Grande testimone di  attimi che non potevano essere perduti. L'uomo giusto al momento giusto.  I suoi album fotografici e le sue didascalie sono una montagna di  materiale impossibile da sintetizzare, non saprei di quali immagini  parlare. La scelta è faticosa. Francesco Arese e Pietro Mennea che si  riscaldano insieme nelle ore precedenti il Meeting di Viareggio. Era  l'11 agosto 1972. Sono molto concentrati, Mennea guarda l'obbiettivo,  quasi preoccupato, di lì a poco incontrerà il meglio della velocità  statunitense. Nei corsi di allenatore ti insegnano che il riscaldamento  di velocisti e mezzofondisti deve essere diverso, le due “razze” devono  tenersi separate. Sarà....Arese farà 1,47 negli ottocento e rinuncerà ai  2000 metri, ai quali era iscritto. La grinta, i capelli cortissimi, i  nervi di Paola Pigni al primato italiano degli 800, con l'ultimo giro  corso in 61 secondi. Una foto è dedicata a Jennifer Orr e ai suoi  capelli biondi tenuti a bada da quattro nastrini, oscura lepre della  gara che Pallicca illumina con uno scatto che dà dignità al suo umile  compito. 
Erminio Azzaro, marito e  coach della Simeoni, si divincola in ventrale a 2,15. Ve lo ricordate  il “ventrale”? A Sara Simeoni è riservato un album monografico. Pallica  certifica il suo primato mondiale a 2.01 a Brescia e immortala il  valicamento a 1,98. Sono le 18.56 del 4 agosto 1978.
Pippo  Cindolo ai Campionati Universitari in coppia con Ardizzone, il Corsaro  porterà il record italiano a 28.49. La barba sembra essere una costante  oggi caduta in disuso. Mezz'ora più tardi Arese a Varsavia lo avrebbe  abbassato a 28.27. Le didascalie di Pallicca sono puntuali, solo un  giudice di levatura mondiale come lui potrebbe essere così puntiglioso, i  commenti alle foto aprono un piccolo mondo antico, una miniera di  emozioni. Lo jankee un po' sbruffone Dwight Stones salta 2,26 al Meeting  dell'Amicizia del 1974, il “Compagno” Juauntorena stampa un 44 secondi  netti sui 400 metri, il velocista Leonard, cubano pure lui, è un  velocista incredibilmente esile, queste foto testimoniano il cambiamento  antropologico (farmacologico?) della specialità negli ultimi decenni,  nei suoi occhi nessuna aggressività da killer, né la leggerezza spavalda  di Bolt, sembra timoroso. Poi i mezzofondisti Walker, Boit, Dixon, per  un millecinque da favola. 
Gli  europei indoor di Torino del 1982, sono gli anni del rinascimento  femminile italiano del mezzofondo, Possamai e Dorio tengono a bada le  solide donne dell'Est, Mogemburg è così magro che mentre scavalca 2,34  potrebbe spezzarsi a metà, mentre l'astista polacco Kozakiewicz è così  solido da sembrare un portuale di Danzica che la sera arrotonda come  buttafuori di un localaccio per alcolisti disperati. 


Italia  – Cuba, Firenze, luglio 1972. Paola Pigni e Donata Govoni “tirano” la  gara degli 800, sembrano fantasmi che sbiadiscono nella fatica, Franco  Fava salta la barriera dei 3mila siepi come un grillo e poi di nuovo  Cindolo, Arese, Fiasconaro, del Buono, Arese, Tomasini, Ongar... ma  soprattutto volti di atleti che non sono rimasti nella grande Storia  dell'Atletica, in queste immagini c'è un'epica che va oltre i record  mondiali e le medaglie importanti, l'atletica è un film che non prevede  comparse, non è il nuovo spot della Fidal, non è buonismo, basta  scorrere le centinaia di foto di Pallicca in silenzio per rendersene  conto. E smettere di affannarsi a cercare aggettivi. 
Saverio Fattori
* uscito su Correre, maggio 2010
Nella prima foto è ritratta Heidi Schuller. La tedesca poche settimane lesse il giuramento degli atleti durante la cerimonia di apertura di Monaco '72.
Saverio Fattori
* uscito su Correre, maggio 2010
Nella prima foto è ritratta Heidi Schuller. La tedesca poche settimane lesse il giuramento degli atleti durante la cerimonia di apertura di Monaco '72.



